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Monte Nerone – Viaggio nel tempo

Viaggio indietro nel tempo a 200 milioni di anni fa quando le nostre montagne non esistevano ed al loro posto vi erano mari tropicali.

Sarà un viaggio per scoprire le ultime novità sul Giurassico dell’Appennino Umbro Marchigiano assieme al dott. Angelo Cipriani, (Dipartimento di Scienze della Terra, “Sapienza” Università di Roma; A-Team (Apennine-Team); al Dott. Simone Fabbi, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria; A-Team (Apennine-Team); al Dott. Paolo Citton, CONICET, Instituto de Investigación en Paleobiología y Geología, Universidad Nacional de Río Negro (Argentina); A-Team (Apennine-Team) e al Dott. Marco Romano, Evolutionary Studies Institute (ESI), School of Geosciences, University of the Witwatersrand, Johannesburg (South Africa); A-Team (Apennine-Team).

Sabato 12 e domenica 13 Maggio 2018 ad Apecchio (PU) presso il Museo dei Fossili del Monte Nerone.

Interverrano il Dott. Angelo Cipriani ed il Dott. Simone Fabbi

“La geologia del Monte Nerone: 200 milioni di anni di evoluzione”

“Primi resti di squali durofagi dal Monte Nerone: considerazioni paleoecologiche e paleoambientali”

Vi aspettiamo numerosi

 

Primo Ritrovamento di Squalo del Giurassico Superiore del Monte Nerone

Sul Monte Nerone sono stati rinvenuti 2 campioni con 2 e 3 denti di squalo durofago in connessione nelle sequenze stratigrafiche del  Giurassico Superiore, piattaforma carbonatica pelagica del Monte Nerone (Apecchio – PU -Marche), nel dominio paleogeografico Umbria-Marche-Sabina (Appennino settentrionale, Italia centrale). Il materiale è stato identificato come Asteracanthus cfr. A. magnus, un taxon abbastanza noto e già segnalato per il Giurassico Medio e Superiore dell’Europa. I denti indicano chiaramente un comportamento di predazione con schiacciamento, suggerendo come preda  abituale invertebrati a guscio duro sia infaunali che epifaunali come grandi bivalvi, brachiopodi, gasteropodi e crostacei.

Il ritrovamento rappresenta, ad oggi, il primo dello squalo Hybodonte in Umbria- Marche-Sabina, gettando ulteriore luce sull’ecologia all’interno dell’ambiente pelagico del Giurassico Medio-superiore e sulla presenza di Asteracanthus nel tardo Giurassico della Tetide Occidentale.

 

Ulteriori informazioni leggendo il lavoro di

Citton P, Fabbi S, Cipriani A, Jansen M, Romano MHybodont dentition from the Upper Jurassic of Monte Nerone Pelagic Carbonate Platform (Umbria‐Marche Apennine, Italy) and its ecological implications. Geological Journal. 2018;1–13. https://doi.org/10.1002/gj.3174

 

Assemblea dei soci 2018

Venerdì 9 marzo 2018 alle ore 20:30 in prima convocazione ed alle ore 21:00 in seconda convocazione è indetta l’assemblea dei soci con il seguente ordine del Giorno:

  • Resoconto attività 2017
  • Approvazione del bilancio 2017
  • Rinnovo quota associativa per l’anno 2018
  • Programma e proposte 2018
  • Gita all’estero 2018
  • Varie ed eventuali

Chi non potrà essere presente durante l’Assemblea potrà versare la quota sul C.P. N°1010248522 intestato al GRUPPO UMBRO MINERALOGICO PALEONTOLOGICO. La quota associativa resta anche quest’anno di 20,00 euro

Primo ritrovamento riferibile allo squalo durofago del Toarciano dell’Umbria-Marche

Importante scoperta nel rosso ammonitico di Polino (Tr).
La ricerca, svolta da Marco Romano, Paolo Citton, Angelo Cipriani  & Simone Fabbi   presenta il primo ritrovamento riferibile allo squalo durofago nella Formazione Rosso Ammonitico del Toarciano (Giurassico inferiore). Sono stati recuperati Due denti  isolati che erano conservati all’interno della marna calcarea del Rosso ammonitico Toarciano (zona dei bifrons). Il dente meglio conservato è caratterizzato da una struttura generale che ben si accorda con la classica dentatura schiacciata tipica degli squali durofagi della sottofamiglia Acrodontinae. I caratteri morfologici analizzati nel lavoro consentono  di attribuire il materiale rinvenuto al genere  Asteracanthus sp.
Maggiori dettagli nel lavoro appena uscito sull’Italian Journal of Geosciences:
Romano M., Citton P., Cipriani A. & Fabbi S. (2018)- First report of hybodont shark from the Toarcian Rosso Ammonitico Formation of Umbria-Marche Apennine (Polino area, Terni, Central Italy). Italian Journal of Geosciences, doi: 10.3301/IJG.2018.01

Numero 4

Indice Numero 4

Nuovi dati biostratigrafici sul Domeriano nella cava di Sant’Anna e nella cava Grilli (Passo del Furlo- Appennino marchigiano)       di Regis Macieri

Conchiologia Fossile Emiliana Un Excursus Storico di Romano Guerra

Le sequenze sismiche Tosco-Emiliane del periodo 2012-2013 e considerazioni sulla tettonica attiva di  Paolo Balocchi – Tommaso Santagata – Marta Lazzaroni

Il Lazio Classico: le cave di Leucitite della provincia di Roma (Vallerano, Laghetto e OSA) di Rossano Carlini & Edgardo Signoretti

Intervista a DAVID COMFORT di Di Silvestro Gianpaolo

 

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Annuario 40 Anni

Bisogna tornare con la mente ad anni ormai lontani per apprezzare tutta la forza e la passione con le quali, pochi amici, quaranta anni or sono, decisero di costituire un gruppo di appassionati di Archeologia e Paleontologia. Erano dieci questi amici, tra i quali alcuni solo solidali all’ iniziativa, in quanto, per essere riconosciuti come gruppo, bisognava per forza essere in dieci. Ci dettero comunque fiducia e, a quanto pare, visto che quarant’anni non sono pochi, questa fiducia fu ben riposta, e per questo li ringraziamo, ora come allora. Mi preme ricordare i nomi di questi dieci avventurieri, Soci Fondatori, in ordine alfabetico:

Benincampi Aldo
Benincampi Claudio
Calzolari Prospero
Comparozzi Candido
Falchetti Anna
Grasselli Mario
Rea Giuseppe
Sensi Claudio
Sensi Maurizio
Vincenti Marco

Era nato il G.A.P.U.! Nel 1980 il gruppo cambia nome, e diventa il G.U.M.P. Col passare degli anni, grazie alla collaborazione dell’ Università degli Studi di Perugia, il gruppo matura e si sviluppa, sia numericamente che culturalmente ed a tutt’oggi sono all’incirca trecento i soci che si sono alternati in questi lunghi anni e posso affermare, senza tema di smentita, che sono pochissime le associazioni in Italia che al giorno d’oggi possono vantare una così lunga durata nel tempo, e questo è un grosso vanto per tutti i soci G.U.M.P. e, se permettete, anche per il sottoscritto, che in tutti questi anni è riuscito a portare avanti, grazie anche all’ausilio di validi collaboratori, la “baracca”! Gli obiettivi raggiunti sono stati anche superiori al previsto. La segnalazione della foresta fossile di Dunarobba nel 1983, la cui paternità ci è riconosciuta più all’estero che in patria, basterebbe da sola a ricompensarci del nostro pluridecennale impegno. Ma ci sono anche centinaia di escursioni sul territorio nazionale ed all’estero (Germania, Francia, Svizzera, Belgio), l’inaugurazione del nostro tanto desiderato “museo” nel 2001, tutt’ora visitato ogni anno da turisti e scolaresche, unico esempio regionale per l’accuratezza delle stratigrafie fossili del territorio, divenuto Mostra Permanente Geo-Paleontologica del Monte Subasio. Ricordo inoltre la attiva collaborazione per la realizzazione di ben tre libri a carattere paleontologico sulle ammoniti dell’ Appennino Centrale, nel 2001, 2004 e 2010. Ancora un accenno merita la realizzazione dell’ annullo filatelico per il 35° anno della fondazione del Gruppo, nel 2008 e, per ultimo, motivo di vanto per tutti noi, la realizzazione della rivista “Fossili e Minerali”, nata nel 2016 e giunta in questi giorni al 4° numero, la cui veste ed i suoi contenuti non sono secondi a nessuna delle italiche “consorelle”. Concludo questa introduzione con un dovuto ricordo a coloro che non ci sono più, ma che credettero in noi, permettendoci, con il loro contributo, di essere quello che ancora siamo: Aldo Benincampi e Maurizio Sensi. A loro il nostro ed il mio personale ringraziamento, dopo quarant’anni, amici, non vi abbiamo dimenticato.

Claudio Sensi                                                               Assisi 21 gennaio 2018

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Pranzo 40° fondazione G.U.M.P.

Si è svolto domenica 21 gennaio ad Assisi al Ristorante “Da Angelo” il pranzo sociale 2018 che quest’anno coincide con il 40° anniversario della fondazione dell’Associazione. Presenti 80 persone, quasi la totalità dei soci e numerosi amici provenienti da diverse parti d’Italia. Prima del convivio gli ospiti hanno avuto modo di scoprire il nostro territorio. Oltre alla visita alla Mostra Permanente del Parco del Monte Subasio si sono recati a Colfiorito e visitato il MuPA (Museo Paleontologico ed Archeologico di Serravalle di Chienti – Il MuPA è un piccolo museo di montagna, che al suo interno racchiude interessanti scoperte frutto di anni di studi e ricerche locali. Strutturato in due sezioni, ospita nella prima un’importante collezione di malacofauna fossile che ben documenta i diversi assetti evolutivi compresi tra il periodo Giurassico e l’Olocene. Mentre nella seconda espone i mammiferi fossili di ippopotami, mammutus, rinoceronti, cervidi e altri vertebrati rinvenuti nei giacimenti pleistocenici di Collecurti e Cesi, due frazioni del comune di Serravalle di Chienti, datati rispettivamente 900.000 e 700.000 anni fa.).

Successivamente ritrovo al ristorante Da Angelo dove, tra una portata e l’altra si è potuto sfogliare virtualmente i 40 anni di storia. Il convivio è terminato con il dolce della festa e con la consegna dell’annuario ad ogni socio: 80 pagine a colori formato A4 che raccontano tutti i 40 anni dell’associazione, con gli eventi, le manifestazioni e soprattutto le scoperte fatte in oltre 40 anni di attività.

 

 

da sinistra Candido Comparozzi, Prospero Calzolari, Claudio Sensi e Claudio Benincampi – Fondatori dell’Associazione nel 1978.

La nostra storia inizia nel lontano 1978 quando un gruppo di amici appassionati di Archeologia e Paleontologia di Assisi decise di costituire un’ associazione al fine di sviluppare il comune interesse: coinvolgere tutte le persone dando loro un punto di riferimento.

SOCI FONDATORI

Benincampi Aldo
Benincampi Claudio
Calzolari Prospero
Comparozzi Candido
Falchetti Anna
Grasselli Mario
Rea Giuseppe
Sensi Claudio
Sensi Maurizio
Vincenti Marco

Al nostro gruppo demmo il nome “Gruppo Archeologico Paleontologico Umbro” con sigla G.A.P.U.
Per essere riconosciuti dalla Federazione Nazionale Gruppi Mineralogici Paleontologici Italiani ci recammo a Roma presso l’Hotel Parco dei Principi dove era in corso una riunione della stessa e ci siamo presentati. Fummo calorosamente accolti e accettati dal Consiglio Direttivo e dal suo Presidente Andrea Travaglini.

Di seguito alcuni momenti della giornata

Il Gruppo davanti alla Basilica di Plestia

Gli amici di Milano, Varese, Como, Verona in visita al MuPA

 

Fossili e Mitologia

Fossili fra Scienza e Folklore

Il genere di ammoniti Hildaites (tipico della seconda biozona del Toarciano – Giurassico inferiore) prende il nome da una leggenda anglosassone.
La storia ci dice che nel 655 re Oswiu di Northumbria fece voto di donare, in caso di vittoria in una battaglia, 12 appezzamenti di terreno su cui edificare altrettanti monasteri. In seguito lo stesso Oswiu offrì uno dei 12 appezzamenti ad Hilda per edificare un doppio monastero nei pressi di una piccola località chiamata Streaneshalch, che due secoli dopo i Danesi avrebbero ribattezzato Whitby, dove diede inizio alla edificazione della celebre Abbazia di Whitby. Si narra che il paese di Whitby (località oggi famosissima per i numerosi fossili che si rinvengono), nello Yorkshire era infestato dai serpenti a causa di una maledizione.
Per liberarlo Hilda di Whitby, tagliò loro la testa e li trasformò in pietra. Tali animali ritenuti serpenti pietrificati erano in realtà ammoniti molto frequenti nei dintorni del luogo. Per questa storia i commercianti modellano a questi fossili la testa di serpente alla fine della spira, creando ovviamente dei falsi.
Nelle foto qui sotto un Hildoceras di Whitby con la testa di serpente e un Hildaites esposto alla Mostra Permanente di Geo-Paleontologia del Subasio.

 

Dinosauro cerca casa: Intervista a Cristiano Dal Sasso e Giovanni Todesco

Ciro, ventesimo compleanno in una casa tutta nuova: a questo, cioè al trasloco in un contesto museale più adeguato alla sua celebrità stanno lavorando la Soprintendenza di Caserta e Benevento, il Comune di Benevento (con il  sindaco Clemente Mastella) e pure il ministro Dario Franceschini. La notizia a casa di Giovanni Todesco, il paleontologo dilettante di San Giovanni Ilarione che nel 1980 dalla cava-discarica di Pietraroja recuperò la lastra che, senza che se ne rendesse conto, conteneva il primo (baby) dinosauro italiano, lo Scipionyx samniticus che Todesco ribattezzò Ciro, è arrivata sabato.
Ed è arrivata assieme a Cristiano Dal Sasso, il paleontologo milanese che ha studiato Ciro e nel 2011 lo ha raccontato al mondo con una
mastodontica monografia: Dal Sasso, relatore ad un convegno su Dinosauri italiani e del mondo, ospitato a Montecchio Maggiore, nel vicentino, ha approfittato dell’occasione per far visita al «papà» di Ciro, ma anche alla famiglia Cerato, al giacimento di Bolca.

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