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Polino e la Kamafugite

La Regione Umbria è caratterizzata dalla presenza di piccoli centri magmatici di modeste dimensioni fra i quali il più grande è il complesso di San Venanzo (Tr). Anche se gli altri sono di più piccole dimensioni sono molto interessanti dal punto di vista composizionale e per la loro particolare origine e rarità. Molto interessante è l’affioramento di Kamafugite di Polino.

In prossimità di Località Cava dell’oro, circa 1 km a NNE di Polino, si trova questa rara roccia, dove addirittura durante il papato di Clemente XIII (1758-1769) è stata interessata anche da attività estrattiva. Testimonianze di questa attività sono alcune medaglie e monete foggiate dallo stato pontificio con i minerali estratti dalla “Cava dell’oro”come la medaglia commemorativa di Papa Clemente XIII coniata nel 1762.

La Kamafugite di Polino è costituita da d ue piccoli diatremi (Condotto vulcanico prodotto da una violenta esplosione freatica a; il materiale frammentato e polverizzato scagliato dall’esplosione ricadendo forma un bastione di brecce e di depositi tufacei

tutt’attorno alla cavità che spesso viene ostruita da parte dello stesso materiale) riempiti da tuffisite, il più grande dei quali è di circa 40 m di diametro. I diatremi imposti in Calcare Massiccio (Lias Inferiore – Giurassico Inferiore). L’affioramento principale dove è stato anche realizzato un percorso didattico all’aperto è localizzato sul fondo di un piccolo ruscello.  Il riempimento dei diatremi è una breccia caotica, o tuffisite, costituita da blocchi carbonatitici e lapilli concentrici sempre carbonatitici, con pochi frammenti di calcare, posizionati in una matrice più fine degli stessi tipi di roccia. La breccia è simile in appa

renza alle breccie più grossolane di San Venanzo ma manca la melilite.

A Nord-Est dei diatremi di Polino sono presenti depositi di piroclastiti fonolitici con leucite che si estendono per circa 1 km2.

La fonte di queste rocce piroclastiche non è stata identificata, ma i frammenti della fonolite sono stati riconosciuti nelle rocce di Polino. La datazione con metodo 39Ar-40Ar sul sanidino delle Fonoliti  ha dato un’età di circa 400 ka mentre la phlogopite nella carbonatite ha dato 246 +/- 14 ka.

Elenco dei Minerali presenti

Analcime, ‘Apatite’, Calcite, Diopside, ‘Fayalite-Forsterite Series’, Forsterite, Hydroxylapatite, Leucite, Magnetite, Titaniferous Magnetite, Monticellite, ‘Olivine’, Perovskite, Phlogopite, Sanidine, Schorlomite, Spinel, Titanite

Aptici

Gli aptici sono fossili di forma triangolare interpretati come parti di ammoniti. Inizialmente ritenuti opercoli, oggi alcuni studiosi li considerano elementi mascellari inferiori. Tuttavia secono le più moderne interpretazioni le due teorie non si escludono a vicenda. Questi infatti potrebbero aver avuto una doppia funzione.

Aptico Monte Subasio

Come gli attuali nautili, molte ammoniti erano probabilmente in grado di ritirare completamente il proprio corpo all’interno della camera di abitazione della conchiglia; perciò potrebbero aver sviluppato strutture opercolari con le quali potevano chiudere l’apertura. Le forme più comuni sono costituite da due placche simmetriche, definiti aptici(aptychii). Sono stati rinvenuti anche opercoli singoli (non in coppia), che vengono definiti anaptici (anaptychus).

Nei casi in cui gli aptici o gli anaptici sono stati rinvenuti in associazione con la conchiglia di origine, sono localizzati entro la camera di abitazione, subito dietro la probabile posizione dell’imbuto (iponomo).

Fig.  Posizione e Foto di Aptici. Fonte WIKIfree

 

 

Filatelia ed Ammoniti

Dalla Svizzera foglietto dedicato alla paleontologica con un Ammonite . Si caratterizza per la dentellatura contornata e per il rilievo a più livelli, così da rendere la foto ancora più realistica, oltre alla sagoma che riprende la forma dell’animale. Il francobollo è in distribuzione dal 5 marzo 2015 ed ha un valore di 2,00 franchi.

Erano organismi simili alle seppie che, apparsi per la prima volta circa 400 milioni di anni fa, hanno popolato tutti i mari per poi estinguersi contemporaneamente ai dinosauri, 335 milioni di anni dopo. Ricordando che si sono succedute circa 20mila specie diverse, ognuna delle quali ha prosperato per  diverso tempo. Le migliori per determinare l’età di uno specifico strato di roccia sono quelle vissute per un breve lasso di tempo.

L’ammonite raffigurata è un esemplare di Colombiceras, risalente al Cretaceo (Aptiano – 113-108 milioni di anni fa). È stata fotografata da Christian Kitzmüller e -nel blocco- presenta un rilievo a più livelli per dare al reperto sembianze realistiche.

Hildoceras

Hildoceras Hyatt, 1867
Specie tipo: Hildoceras bifrons Brughiere, 1789
Distribuzione stratigrafica:  genere tipico del Toarciano medio,  biozona ad H.bifrons 
Etimologia del nome: da Santa Hilda, badessa inglese, e ceras = corno
Tassonomia: Hildoceratoidea, Hildoceratidae, Hildoceratinae

Come evidenziato dai numerosi studi stratigrafici del Prof. Venturi, professore emerito dell’Università di Perugia, in Appennino la specie tipo non è molto comune Hildoceras bifrons, al suo posto è frequente la specie H. angustisiphonatum, caratterizzata da conchiglia appiattita, sezione della spira alta, coste fini e fitte e area ventrale stretta con solchi sifonali poco incisi (Venturi et al., 2010).
Per la definizione di Gabilly, 1976, gli Hildoceras sono caratterizzati da coste anguliradiate, per il brusco cambiamento direzionale tra il segmento interno e quello medio.                 Sempre in Venturi et al., 2010 presenta l’evoluzione di Mercaticeratinae e degli Hildoceratinae. Secondo Venturi  l’evoluzione è dovuta ad un adattamento morfo-funzionale che ha per tema principale la realizzazione di conchiglie idrodinamiche per aumento dell’avvolgimento, dell’appiattimento della spira e della proiezione ventrale delle coste.
Morfologia: ha sezione subrettangolare, più alta che larga, spesso compressa, avvolgimento da evoluto a mediamente evoluto, carena non molto rilevata e area ventrale tabulata, talora arrotondata, senza costrizioni. Ornamentazione spesso con semplici coste, ad arco di falce; il segmento ombelicale può presentare un solco o delle fossette.

Distribuzione: molto frequente negli strati nodulari del Rosso Ammonitico.

Bibliografia

  • Arkell W. J. (1957) – Treatise on Invertebrate Paleontology, part L, Mollusca 4, Cephalopoda Ammonoidea. Geol. Soc. America, pp. L80-L490, Kansas.
  • Gabilly J. (1976), Le Toarcien a Thouars et dans le centre-ouest de la France. Biostratigraphie – Evolution de la faune (Harpoceratinae, Hildoceratinae). Libro; edit. C N R S, Paris.
  • Howarth M. K. (1992), The Ammonite family Hildoceratidae in the Lower Iurassic of Britain; Monogrephy of the Palaeontographical Society. Part 1 (1991), part 2 (1992), London.
  • Venturi F. (1975), Rapporti filetici e stratigrafici dei generi toarciani, Mercaticeras, Brodieia, Hildoceras, Phymatoceras, Chartronia dell’Appennino centrale. Rivista Italiana di Paleontologia e stratigrafia, v. 81, Milano.
  • Venturi Federico (1986) – Biostratigrafia ed evoluzione degli ammoniti Hildoceratidae (Hildoceratinae e Mercaticeratinae) dell’Appennino umbro-marchigiano. In: Atti I Convegno di Pergola, ottobre 1984, FOSSILI EVOLUZIONE AMBIENTE a cura di Giovanni Pallini, 89 – 92. Edit. Comitato Centenario Raffaele Piccinini. Stamperia Belli Pesaro.
  • Venturi F., Rea G., Silvestrini G. e Bilotta M. (2010): Ammoniti, un viaggio geologico nelle montagne appenniniche, Libro; edit. Porzi, stampa tipolito Properzio di S. Maria degli Angeli, ISBN 88-95000-27-7.
Hildoceras bifrons Inghilterra

Scoperto il più antico Notosuco mai conosciuto. Giurassico medio (Bathoniano) del Madagascar

Razanandrongobe sakalavae Maganuco, Dal Sasso & Pasini, 2006 è un grande arcosauro predatore del Giurassico medio (Bathoniano – 167 -164 milioni di anni fa) del bacino di Mahajanga, NW Madagascar. È stato riconosciuto grazie ai denti ed alcuni frammenti di mascella, ma le sue affinità erano incerte. Nel lavoro sono descritti i nuovi resti craniali (soprattutto un quasi perfetto premascellare destro e una dentatura sinistra incompleta) che notevolmente migliorano la nostra conoscenza su questa specie enigmatica e rivelano la sua anatomia come crocodillomorfo.

    

Sulla base di nuovi dati descritti nel lavoro, sono già evidenti alcune caratteristiche precedentemente incerte. La sperimentazione della posizione filogenetica della specie all’interno di Crocodylomorpha indica che R. sakalavae è un Mesosuco. Rappresenta anche uno dei primi eventi di aumento della dimensione corporea lungo la storia evoluzionistica del gruppo. Inoltre, è di gran lunga il notosuco più antico. Anche qui è stata tentata una ricostruzione cranica di questo predatore gigantesco. Le robuste ossa delle mascelle di R. sakalavae, unitamente alla sua dentizione peculiare, suggeriscono fortemente una dieta che includeva tessuti duri come osso e tendine.

Ulteriori infomazioni si trovano leggendo il lavoro di  Cristiano Dal Sasso,  Giovanni PasiniGuillaume Fleury & Simone Maganuco

Referenza Bibliografica

Dal Sasso C, Pasini G, Fleury G, Maganuco S. (2017Razanandrongobe sakalavae,a gigantic mesoeucrocodylian from the Middle Jurassic of Madagascar, is the oldest known notosuchianPeerJ 5:e3481 https://doi.org/10.7717/peerj.3481

Fossils & Minerals Review N°2 English Version

 

World catalog of fossil Cantharidae

Fabrizio FANTI   fantifff@libero.it

Special Issue N° 2  25/05/2017

Cantharidae

A catalogue and bibliography of the world fossil Cantharidae are given. Rhagonycha germari (Heer, 1847) n. comb., Rhagonycha tertiaria (Heer, 1847) n. comb. and Rhagonycha hesperus (Wickham, 1914) n. comb. are transferred from Telephorus Schaeffer, 1766 = Cantharis Linnaeus, 1758 to Rhagonycha Eschscholtz, 1830. Atalantycha humata (Wickham, 1913) n. comb. is transferred from Telephorus Schaeffer, 1766 = Cantharis Linnaeus, 1758 to Atalantycha Kazantsev, 2005. Lycocerus guttula (J. Zhang, 1989) n. comb. is transferred from Cantharis Linnaeus, 1758 to Lycocerus Gorham, 1889. Curticantharis J. Zhang, 1989 = Themus Motschulsky, 1858 n. syn. Themus capacis (J. Zhang, 1989) n. comb., Themus thermophilus (J. Zhang, 1989) n. comb., Themus trapezialis (J. Zhang, Sun & X. Zhang, 1994) n. comb. and Themus sp. (J. Zhang, 1989) n. comb. are transferred from Curticantharis J. Zhang, 1989 to Themus Motschulsky, 1858. Telephorus tertiarius oeningensis Heer, 1847 n. syn. and Telephorus tertiarius radobojanus Heer, 1847 n. syn. are synonymized with Rhagonycha tertiaria (Heer, 1847). Lectotype and paralectotype of Rhagonycha tertiaria (Heer, 1847) are designated. Malthacus deceptus (W. J. Brown, 1940) n. comb. is the correct combination of Podabrus deceptus Brown = Dichelotarsus deceptus. A preliminary list of subfossil Cantharidae is also provided. Furthermore the Coleoptera Lampyridae Lamprohiza fossilis (Beier, 1952) n. comb. is transferred from Phausis LeConte, 1851 to Lamprohiza Motschulsky, 1853.

Key words: Catalog, worldwide, Coleoptera Cantharidae, paleontology

Didier4.pdf

Fossils And Minerals N° 2

Online il Numero 2 della Rivista Fossils & Minerals Review

Catalogo Cantharidae fossili del mondo

Fabrizio FANTI

I Nostri Gioielli

MANCINI Roberto Gruppo G.A.E.V. Vellano
PUCCI Paolo Gruppo G.A.E.V. Vellano

Il Lazio Classico, minerali della zona di Vetralla: Tre Croci, Capo d’Acqua, Fosso Ricomero e Carcarelle

Rossano Carlini, Edgardo Signoretti

Il deposito fossilifero tardo-pleistocenico di Cisterna di Latina (Latina – Italy): Una tana di iena nel centro Italia

Maurizio Gatta*, Sergio Gotti, Mario F. Rolfo

Michele Mercati
Romano Guerra

Novità dal Carbonifero di Tournai (Belgio)
Didier Lelubre

numero2web

 

Fossils and Minerals Review Numero 1

Finalmente è uscito il numero 1 nuova rivista Fossils & Minerals Review.

Ricchissimo di contenuti mineralogici e paleontologici

Indice del Numero 1

Teratologia dei denti di selaciformi nelle fosforiti nord-africane
Romano Guerra & Carlo Sarti                                                                    Pag 1

La Miniera della Pentolina (SI) e Cave di Monterufoli(PI)
Massimo Guarguagli Gruppo AUSER Cecina
Publio Biagini Gruppo GAEV Vellano
Mancini Roberto Gruppo GAEV Vellano                                                 Pag 6

Ammoniti Italiane nel secolo XVII
Romano Guerra                                                                                             Pag 9

Località minori del Vulcano Vicano:Villa S. Giovanni in Tuscia
Rossano Carlini, Edgardo Signoretti                                                     Pag 18

I fossili della Collezione “Alvaro Marchesini” – Museo di Storia Naturale e del Territorio di Città della Pieve
Amoretti Daniela e Famiani Federico                                                   Pag 38

Osteno: Storia di un Lagerstätt scoperto per caso
Luca Jaselli                                                                                                     Pag 46

Ammoniti cenomaniane (Rhotomagense zone, costatus subzone), provenienti da una sequenza di piattaforma carbonatica di Rocca di Cave (M.ti Prenestini, appennino centrale,italia). considerazioni postume
Gianluca Boninsegni                                                                                   Pag 50

 

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